PRESENTAZIONE
L'industria orafa F.lli Filippini di Verona cura ormai da molti anni una linea di sculture portabili, lavorando con numerosi artisti di fama internazionale, già presenti in musei a livello mondiale. Si tratta di una prestigiosa ed unica idea, nata dalla volontà di trasferire l'oggetto d'arte in prezioso monile da portare, quindi un'arte “indossata”, vissuta in prima persona, dove ognuno prova l'emozione di divenire, col proprio corpo, parte integrante di un'opera esclusiva ed unica pensata e disegnata da un artista. Ogni gioiello d'artista è studiato seguendo tecniche differenti e si avvale quindi di realizzazioni che abbracciano vari settori produttivi, per rispettare la particolarità dello stile di ogni singolo artista. Tutte queste sculture portabili sono pezzi unici (originali), realizzati in 8 esemplari, esattamente come per la scultura, e sono tutte numerate e firmate dall'artista. Ogni oggetto è inoltre accompagnato dal certificato di autenticità firmato dall'artista stesso. Opere d'arte in forma di gioiello, spesso libere dalla funzione ornamentale originaria per diventare creazioni autonome: è il territorio dei "gioielli artistici". Nato dalla contaminazione tra arte figurativa e arte applicata, e sviluppatosi a ritmo crescente per tutto il XX secolo, l'ambito del "monile d'autore" ha ormai raggiunto pieno riconoscimento: numerose mostre ne esplorano l'evoluzione e testimoniano come, nell'arco di un secolo, gli artisti divenuti orafi siano riusciti a sfidare e superare la tradizionale concezione di gioiello. Oggetti d'arte il cui valore è direttamente proporzionale alla forza espressiva e al messaggio culturale, ideologico o simbolico che intendono trasmettere. Monili simili a piccole opere d'arte portatili, create attraverso la rielaborazione in miniatura di idee e temi dell'arte figurativa: si tratta quindi di gioielli resi ancor più preziosi dallo stile di un artista, che esprime tutto il suo estro creativo progettando e plasmando l’oro e le pietre in modo da farli divenire un’opera d’arte unica ed esclusiva, adatta ad un pubblico attento, originale ed esigente. Attraverso il rifiuto dei canoni formali prestabiliti, la sperimentazione di nuove tecniche e l'utilizzo di materiali non convenzionali, un moto di rinnovamento ha percorso e rinvigorito l'arte del Novecento. Ne è testimone il crescente interesse di gallerie, critici, mass-media, stampa, fiere, collezionisti e di tutti gli operatori dell’arte moderna e contemporanea: vi è un moltiplicarsi di esposizioni, manifestazioni, happening, aste e perfino la nascita di musei interamente dedicati a questa particolarissima forma d’arte. Collaboriamo attualmente con numerose gallerie d’arte, come la Galleria Marlborough di Montecarlo (dove è sempre presente un nostro corner), Byblos Art Hotel Villa Amistà di Verona (dove i gioielli sono esposti in una vetrina), la Marlborough Gallery di Londra, Galerie 1900-2000 di Parigi, Galleria Ferrero di Nizza, L'Archimede di Roma, Dante Vecchiato di Padova, Rino Costa di Valenza Po, Ben Brown Gallery di Londra, Claudio Poleschi di Lucca, Barbara Bassi di Cremona e molte altre. Questo progetto dei Gioielli d'Artista partecipa dal 2002 al "Premio Impresa e Cultura", che premia le aziende che investono proficuamente nel settore della cultura in generale. Molti pezzi sono stati anche pubblicati sulle più autorevoli riviste d'arte, di gioielleria e di costume, così come su pubblicazioni specifiche riguardanti il settore dei Gioielli d’Artista, che, soprattutto negli ultimi anni, sta guadagnando uno spazio di tutto rilievo all’interno del panorama culturale mondiale. Nel 2002 e 2003 Filippini ha anche firmato la realizzazione de "La Camera d'Argento" - Premio Open Fondazione Mimmo Rotella, durante l'Esposizione Internazionale di Sculture ed Installazioni OPEN, organizzata a Venezia Lido durante la Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, premio ideato dal grande critico francese Prof. Pierre Restany. L'evento prevede la premiazione di un regista in concorso al Festival che con la sua opera riveli, in maniera inedita, un'interazione tra arte e cinema. Nel 2002 il Premio è andato al film "Frida" della regista Julie Taymor, dedicato alla pittrice messicana Frida Kahlo, mentre nel 2003 il Premio è stato premiato il film "Zatoichi" del regista giapponese Takeshi Kitano, che ha vinto anche il Leone d'Argento ed il Premio della Critica al 60° Festival del Cinema di Venezia. Dal 2003 Filippini realizza inoltre il premio "La Rosa d'Oro", disegnato dall'artista francese Jean Claude Farhi, che vede l'Editrice Novecento di Palermo premiare ogni biennio un personaggio di spicco, che sia sia distinto per il suo apporto nel campo della cultura e dell'arte. Accanto al continuo lavoro di promozione, divulgazione ed esposizione della collezione già esistente, attraverso contatti con galleristi, direttori di musei, critici, responsabili di spazi espositivi, e così via, si stanno nel frattempo stringendo sempre nuove collaborazioni con altri artisti di fama internazionale, per ampliare sempre più questo progetto artistico. Scriveva del nostro progetto il critico d’arte Pierre Restany: "I gioielli d’artista sono la commuovente testimonianza dell’incontro fra due stili, quello dell’artista e quello dell’orafo. Due stili, due creazioni che trovano un’armonia e creano un nuovo oggetto d’arte. Questi gioielli ci affascinano perché ci commuovono e sorprendono. Un collezionista di Arman, un amatore di Folon vi vedranno quasi palpitare l’anima dei loro artisti favoriti. Vi troveranno, in un istante folgorante, il fermo-immagine dell’intero film di un’opera e di una ricerca creativa. È indubbiamente questo il segreto di Marco Filippini, orafo e gioielliere, e di sua moglie Marina: saper evidenziare la dimensione umana di un’opera d’arte. Ecco l’autentica motivazione del loro impegno. La coppia vuol essere costantemente vicina all’artista per meglio esprimerne la spontaneità e la verità formale. I loro gioielli, che siano semplici o complessi, ben esprimono la verità di colui che ne ha concepito la forma. Non si tratta di puri elementi decorativi, sono emblemi simbolici di una ricerca creativa: un incontro al vertice fra l’artista e l’artigiano, in nome del più sincero rispetto dei reciproci ruoli. Le creazioni di Filippini sono tirate in numero estremamente limitato: l’operazione commerciale è quasi del tutto secondaria. In confronto agli ingordi giganti del commercio di preziosi Marco Filippini è un lillipuziano Peter Pan che vive col più grande fervore un sogno tanto grande quanto discreto, quello di costituire la raffinata versione, una novella sezione aurea, di un museo miniaturizzato dei protagonisti dell’arte contemporanea, un museo tascabile dove gli artisti trovano naturalmente il loro posto.”
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